Amaramente Disparato: Equazione delle Filippine-USA


Per più di un secolo, la relazione che esiste tra le Filippine e gli Stati Uniti non può essere considerata come reciprocamente appagante a sufficienza. Quel più di cento anni di amicizia e di relazione in tutti gli aspetti di "interesse reciproco" non possono essere considerati equi.

I miei cugini, tre di loro, dottori in medicina di alto calibro sono cittadini degli Stati Uniti. Molti decenni fa, anche i miei nipoti erano cittadini americani.

Sono particolarmente grato agli americani che, quando hanno portato il Vangelo o la Bibbia nella mia patria, hanno fatto in modo che le Filippine prendessero la reputazione di essere "l'unico paese cristiano in Asia". Naturalmente, la Chiesa cattolica è stata la prima a predicare il cristianesimo nelle Filippine, ma un rapido sguardo alla storia del cattolicesimo nelle Filippine dimostra facilmente che quello che ha portato nel mio paese è un falso cristianesimo.

La venuta degli americani aveva limitata alcune dottrine del Cristianesimo, non insegnate dalla Chiesa cattolica. Ciò nonostante, la maggior parte delle religioni che sono venute dall'America sono piene di errori dottrinali. La mia base per dire che il cristianesimo americano è anch’esso incerto ed erroneo è che il vero cristianesimo deve abbracciare tutti gli insegnamenti di Cristo.

MATTEO 28:19-20 
19 Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, 
20 insegnando loro d'osservar tutte quante le cose che v'ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente.

In queste dichiarazioni, "tutte quante le cose che v'ho comandate", può essere facilmente dimostrato che il cristianesimo americano è carente e dubbioso.

Ci sono molte cose che mi piacciono tra gli americani; la loro tecnologia, le loro invenzioni, i film, i cioccolatini e le frutte in scatola. Ho mantenuto una tale ammirazione e rispetto per il popolo americano fino a quando sono diventato un anziano. A 59 anni mi è stato concesso un visto statunitense per visitare i nostri fratelli negli Stati Uniti e condurre alcune Esposizioni di Bibbia tra alcuni amici e comunità americane. Grazie a Dio, di lì a breve le chiese locali sono state stabilite negli Stati Uniti.

Quando sarei dovuto ritornare negli Stati Uniti per condurre altre Esposizioni della Bibbia su invito dei membri, mi è stato negato il rinnovo del mio visto. Quando un console presso l'ambasciata degli Stati Uniti in Singapore, con arroganza e sarcasmo, ha risposto alla mia domanda: "Perché mi è stato negato, signora?", "Non è nostro obbligo divulgare a lei il motivo", è stata la risposta.

C'erano anche almeno cinque filippini, alcuni di loro piangevano, a cui erano stati negati dallo stesso console. Ho poi scoperto che mi è stato negato il visto a causa di un membro dell’Iglesia ni Manalo che lavorava presso il Dipartimento di Giustizia.

Secondo quanto riportato, dovevo essere messo nella lista di Interpol a causa di un caso di stupro archiviato contro di me dall’Iglesia ni Manalo. Quando il mio avvocato, l’avvocato Frank Chavez, un ex procuratore generale delle Filippine, contestò l'emissione della lista contro di me, lo stesso funzionario si tirò indietro dall’ordine impostogli di inserirmi nella lista dell’Interpol, ma il danno era già stato fatto! Anche se il DOJ (Dipartimento di Giustizia) aveva ritirato l'ordine, si era già sparso in tutti i paesi.


Avevo dimenticato quell'episodio e me ne sono ricordato solo quando il presidente Rodrigo Duterte ha detto in Cina, in un discorso, che gli era stato negato il visto per gli Stati Uniti. Per quell’amara esperienza con un console americano, non volevo più richiedere un visto degli Stati Uniti, proprio come il presidente Duterte che ha detto che non ritornerà mai negli Stati Uniti. Non mentre è Presidente.


"Non voglio più andare in America. Saremo solo insultati lì", ha detto Duterte. "Quindi è il tempo di dire addio amico mio". 

http://www.huffingtonpost.com/entry/philippine-president-duterte-us-separation_us_58089881e4b0180a36e9646f

A questo punto voglio dire, non è giusto che mentre gli americani possono venire nelle Filippine senza visto, non vale lo stesso per i filippini che se lo devono procurare. Compatisco questi filippini che difficilmente sono in grado di produrre 7.000 pesos, per fare la fila per un visto presso l'Ambasciata americana in Manila, attendendo per 5 - 6 ore per essere chiamati per un colloquio, pagando la quota dovuta, e finendo per essere negati - il più delle volte con sarcasmo.

Se siamo davvero amici con l'America, come ha chiesto il presidente Duterte, perché non ci accolgono come noi li accogliamo? I cento anni di amicizia non sono stati in grado di raggiungere questo obiettivo. Qual è realmente il problema? Forse in un modo o nell'altro, una parte sta proteggendo il proprio interesse, e in questa supposta equazione, l'America è il più grande.

Il Vangelo dice, la discriminazione è un atto non cristiano.

GIACOMO 2:1-4 
Fratelli miei, la vostra fede nel nostro Signor Gesù Cristo, il Signor della gloria, sia scevra da riguardi personali. 
Perché, se nella vostra raunanza entra un uomo con l'anello d'oro, vestito splendidamente, e v'entra pure un povero vestito malamente, 
e voi avete riguardo a quello che veste splendidamente e gli dite: Tu, siedi qui in un posto onorevole; e al povero dite: Tu, stattene là in piè, o siedi appiè del mio sgabello, 
non fate voi una differenza nella vostra mente, e non diventate giudici dai pensieri malvagi?

Il Presidente Duterte non ha ragione? Non voglio dire "sì", come non voglio dire "no".

Ai miei critici, che sono in disaccordo con questo blog, voglio solo dirvi, non conoscete Fratello Eli.

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